In Toscana e in Sicilia
bozzetti ho notato con piacere una naturalezza, una freschezza, che contrastano in modo singolare con le opere oggi più in voga, troppo spesso o raffinate
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d'autunno inoltrato, in campagna, nella provincia d'Arezzo e proprio entro una bella stalla ove erano riunite tutte le comari del vicinato con le
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donna rimase un po' perplessa, ritta in mezzo ai polli, con le cocche del grembiule in mano, dove aveva il mangime. - Il mi' omo non c'è; se volete
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lasciavano sfantasiare con gran mormorio degli altri di famiglia, che la chiamavano la Signorina mangia a ufo. Le cognate della Santa, cariche di ragazzi
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bella e buona! O che voleva morir lì, in mezzo a quei villani, e sposare un contadino con le bullette nelle scarpe; lei che forse era figlia di qualche
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sentir parlare e, ogni volta che ci facevano cascare il discorso, diceva, con le lagrime agli occhi: - O che vi son venuta a noia in casa? Oppure vi son
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commossa, così maravigliata che a stento poteva parlare. E quando l'Assuntina, che le faceva da Cicerone, chiacchierando e gestendo con tanta enfasi
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; ora nello studio dove Ettore, con un pretesto o con un altro, attirava la Virginia trattenendovela più che poteva. L'Assuntina lasciava correre: quei
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accompagnare a casa gli sposi. Le vecchie comari avevano tirato fuori dalle casse intarlate i vestiti del loro matrimonio, color petto di colombo, con le
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, insieme con la sua povera mamma, che ormai la Betta si era persuasa d'essere una creatura inutile, anzi nociva, un "mangia pane a ufo,, , come la
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piede sulla vanga, cercando di asciugarsi con una manica della camicia il sudore che gli gocciolava dalla fronte. - È morta? balbettò. - Povera ragazza
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riveduto gli amici, parlato con alcuni dei più serî del caso suo, e aveva chiesto loro consiglio. Tutti lo avevano distolto dallo sposare una donna di
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La Pudda stava per maritarsi: sicuro e non con massaru Turi, dopo sette anni che se ne parlava. E sapete perchè il matrimonio era andato all'aria
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figliuoli e, nel mentre li minacciavano dicendo; "Ecco l'Annaccia,, una vampa saliva loro al viso e si guardavano attorno con un certo batticuore, per
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. Agli ultimi di ottobre infatti partirono con una comitiva di altri paesani. La Gegia ch'era di umore gioiale, per tutta la strada non fece che cantare
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E Bista, un bel pezzo di diavolo, gongolava con gli occhi lustri ridendo sotto i baffi. Nonostante i segni del vaiolo, che la avevano un po
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La vedevo ogni mattina, alla cantonata dello stretto vico, dov'era la sua povera casuccia, e mi salutava con un voscienza benedica, pieno di grazia e
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affacciò all'imboccatura del viottolo, agitando le braccia con aria trionfante e gridando: - L'hanno trovata! l'hanno trovata! È nella cisterna della
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